Sorgerà in regione Valledora, comune di Cavaglià (BI) il nuovo impianto di recupero dei rifiuti organici (Forsu) per la produzione di biogas e biometano a firma del Gruppo A2A. Il via libera è arrivato dalla Conferenza dei servizi che il 30 giugno ha riunito (on line) tutti gli enti interessati.
L’impianto prevede di lavorare 60 mila tonnellate di rifiuti organici l’anno e aggiungerà un importante tassello al centro integrato per la gestione dei rifiuti di Cavaglià gestito dalla società. Oltre alla discarica, a Cavaglià sono infatti operativi un bioreattore attivabile per la produzione di biogas, un impianto ITS® (Stazione di trasferimento intelligente) e un impianto di recupero della plastica che rappresenta un perfetto esempio di economia circolare integrata col territorio.
La Conferenza dei servizi ha approvato il progetto nell’area A2A con il consenso di tutti gli enti interessati (Consorzio smaltimento rifiuti area biellese, ASL di Biella, Arpa, vigili del fuoco e uffici provinciali), compreso il Comune, che aveva affidato la valutazione delle conformità normative e dell’impatto ambientale a una ditta specializzata, la Prodotto Ambiente di Oleggio. “Con questo impianto la A2A procederà a portare il metano nell’area industriale – ha dichiarato il sindaco di Cavaglià Mosè Brizi – In questo modo le nostre aziende potranno collegarsi alla condotta con emissioni zero. Inoltre, la stessa società realizzerà una rotatoria per immettersi sulla strada provinciale a servizio del paese di Cavaglià”.
Scettici gli ambientalisti del Comitato Valledora che contestano il proliferare di impianti analoghi sul territorio dell’Ato1 (Novara, Biella, Vercelli, Verbano Cusio Ossola) con capacità di smaltimento ben superiori al bisogno del territorio stesso: “A Santhià e San Nazzaro Sesia sono presenti due impianti, oltre a una serie di siti più piccoli, e altri stanno facendo richiesta – osserva il Comitato – C’è il progetto di Salussola, già autorizzato, con una capacità simile a Cavaglià (60.000 tonnellate), quello di Vercelli da 70.000 tonnellate è all’esame della relativa Provincia, quello a Castelletto Cervo da 25.000 tonnellate è sul tavolo della Provincia di Biella. La necessità locale si limita a circa 110.000 tonnellate, per le quali gli impianti esistenti sono già adeguati”.
Il progetto di A2A, di fatto, non è mai stato dichiaratamente a disposizione esclusiva del Biellese: l’iniziativa è ambiziosa ed è vero che i rifiuti (organico e sfalcio) potrebbero arrivare da ogni dove, ma la lavorazione prevista non ha nulla a che fare con la discarica di rifiuti urbani, il cui ampliamento è stato bloccato dal Tar.
L’impianto prevede una lavorazione complessa. Si parte con un pre-trattamento iniziale (fatto di triturazione e vagliatura) a seguito del quale il materiale conforme viene immesso in digestori anaerobici per la prima fase di lavorazione della frazione organica. “Una fase completamente al chiuso che non rilascia alcun odore nell’ambiente” assicura A2A. Il digestato così prodotto, opportunamente ispessito, viene inviato al compostaggio aerobico da cui si ottiene un compost di qualità, destinato a usi agricoli e vivaistici.
Lo stesso processo di digestione anaerobica, oltre a produrre questo compost, sviluppa biogas che viene trattato e purificato per mezzo di un impianto specifico, trasformandosi in biometano. Il gas così prodotto, ha caratteristiche del tutto analoghe al metano di origine fossile: può essere immesso nella rete e utilizzato in sostituzione dei combustibili fossili. Un gas del tutto naturale che, con l’allacciamento di A2A alla rete, potrà essere utilizzato nell’area industriale di Cavaglià.
Se non ci saranno ricorsi i lavori di costruzione dell’impianto potranno partire tra qualche settimana. Il progetto prevede anche l’assunzione di dieci nuovi dipendenti.