Per aprile era previsto l’avvio del cantiere per la demolizione della diga di Begato, complesso residenziale del quartiere Begato di Genova. La Diga è stata progettata dall’architetto Piero Gambacciani e paragonata da alcuni, come struttura architettonica, alle Vele di Scampia. Le operazioni di trasloco dei residenti hanno subito dei rallentamenti a causa della pandemia di coronavirus. Devono ancora traslocare, ad ogni modo, poche famiglie: la maggior parte dei 389 nuclei familiari che abitavano negli alloggi si sono già spostate in un’altra abitazione, lasciando al momento nel complesso residenziale circa 50 famiglie.
Il bando da 5,5 milioni di euro
A gennaio era stato pubblicato il bando per l’affidamento dei lavori di demolizione. La demolizione è stata affidata a un consorzio di aziende siciliane: Fratelli Caschetto srl di Siracusa e Patriarca Group srl di Ragusa.
“La consegna del cantiere è prevista il 7 aprile, ma la demolizione vera e propria dovrebbe iniziare fra maggio e giugno. Anche perché prima gli edifici dovranno essere svuotati e bonificati”, spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Pietro Piciocchi.
Ora il rischio è che questa opera pubblica, così come altre, risentano del rallentamento delle attività produttive causato dal blocco previsto dai recenti decreti-legge per contrastare la diffusione del coronavirus. Il blocco è dovuto anche alle difficoltà in sede di cantiere di rispettare le norme di distanziamento interindividuale e di adozione dei dispositivi di protezione.
I progetti di ricostruzione
L’assessore regionale all’edilizia pubblica Marco Scajola commenta: “La nostra intenzione è di avviare il cantiere della Diga di Begato ad aprile. Avendo naturalmente il massimo riguardo per le esigenze delle famiglie ancora da trasferire”.
Intanto c’è già chi pensa al post-demolizione: l’assessore Piciocchi annuncia che è già partita la ricerca di finanziamenti ministeriali per progetti di riqualificazione territoriale per ciò che verrà in seguito alla demolizione della Diga.