Le modalità di lavoro agile o smart working e la chiusura forzata delle attività commerciali, oltre che la chiusura delle scuole stanno dando un contributo al contrasto della diffusione del nuovo coronavirus che sarà possibile apprezzare solo sulla lunga distanza, quando saranno disponibili sufficienti dati a livello scientifico per comprendere quanto ci sta accadendo. Una conseguenza che invece è stata immediata per quanto riguarda le misure è stata la drastica riduzione degli spostamenti su strade e autostrade di mezzi privati e pubblici.
Sono bastati pochi giorni per avere cali significativi dei livelli di inquinamento nella Pianura Padana. Come è possibile vedere in un filmato diffuso dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA – European Space Agency) le emissioni di NO2 e i livelli di inquinamento sono diminuiti in modo significativo in Europa dal 1° gennaio all’11 marzo.
Il rallentamento delle attività produttive e soprattutto degli spostamenti hanno ridotto i livelli di inquinamento dell’aria. L’effetto secondario della pandemia si era visto anche in Cina: nella regione cinese dello Hubei, la cui capitale è Wuhan, da cui è partita la diffusione del virus, il numero di «giorni con una buona qualità dell’aria» è aumentato del 21,5% a febbraio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati del ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese.
C’è correlazione tra inquinamento e contagi?
Secondo un position paper curato da alcuni ricercatori italiani e medici della Società italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e diffuso da Il Sole 24 Ore, incrociando i dati provenienti dalle centraline dell’Arpa e i dati di contagio del coronavirus, si potrebbe evidenziare una relazione tra l’inquinamento dato da PM10 e PM2,5 e il numero di casi di COVID-19. Secondo il documento, l’incremento dei casi di contagio che ha interessato in particolare alcune zone del Nord Italia potrebbe essere legata alle condizioni di inquinamento da particolato atmosferico che ha esercitato un’azione di carrier, ovvero da vettore di trasporto.