Una delle dirette conseguenze legate alla pandemia di coronavirus è stata l’aumento dei ricoveri ospedalieri e dei pazienti trattati in terapia intensiva. Da qui ad arrivare a un aumento incredibile della quantità di rifiuti ospedalieri da dover smaltire, il passo è stato breve. Bisogna affrontare ora una sproporzionata quantità di guanti di lattice, mascherine, strumenti sterili per garantire la non diffusione del contagio che devono essere smaltiti.
Dell’aumento del 20% dei rifiuti speciali ospedalieri ne ha recentemente parlato Confindustria Cisambiente, a cui fanno capo le imprese del settore ecologia e igiene ambientale. Secondo Lucia Leonessi, direttore generale, attualmente le aziende, come è possibile leggere in una nota stampa dell’ANSA, stanno riuscendo a “garantire, a tutto il sistema sanitario nazionale, servizi adeguati, pur nel contesto di straordinaria emergenza”. La situazione sarebbe quindi sotto controllo e rassicurano sulla continuità dei servizi.
Il problema ha iniziato a manifestarsi da metà marzo
Già il 12 marzo FISE Assoambiente (che rappresenta le imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) e FISE UNICIRCULAR (che rappresenta le Imprese dell’Economia Circolare) denunciavano che il sistema sanitario è vicino al collasso per l’impossibilità di gestire l’aumento esponenziale dei rifiuti speciali ospedalieri.
Le aziende in campo per la gestione dei rifiuti ospedalieri
Intanto diverse aziende italiane che si occupano in tempi “non di crisi” della gestione dei rifiuti ospedalieri hanno potenziato le loro attività e messo a disposizione il loro expertise per assicurare continuità e qualità del servizio. Tra loro, l’azienda riminese Newster System, con base a Cerasolo, sta lavorando senza sosta per rispondere alle richieste che arrivano da tantissimi Paesi del mondo. In campo anche il gruppo EcoEridania che sta predisponendo un protocollo per la gestione dei rifiuti sanitari provenienti da pazienti per i quali si sospetti o sia stata accertata l’infezione da coronavirus. L’azienda Arturo Zanetti & C. di Mapello da anni segue i maggiori ospedali della Lombardia più colpiti da COVID-19.