Si è tenuta qualche giorno fa, tramite videoconferenza, la riunione istitutiva del tavolo tecnico per la realizzazione delle nuove opere di collettamento e la depurazione del Lago di Garda. Ne ha dato notizia il sito del Ministero dell’Ambiente; si attendono ancora comunicazioni sui risultati del dibattito.
La riunione ha fatto seguito a diversi tavoli di discussione che si sono susseguiti dall’inizio dell’anno. L’obiettivo era ancora una volta verificare i possibili impatti ambientali delle opere sui corpi idrici recettori.
A gennaio era stato convocato, presso la sede del Ministero dell’Ambiente a Roma, la terza riunione della cabina di regia. Ne fanno parte le Regioni, gli Ato di Brescia e Verona, ATS Garda e Ambiente e la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini. L’obiettivo è stato analizzare lo stato di avanzamento dei lavori sulla progettazione sulla depurazione e collettamento del lago.
Depuratore di Peschiera: una storia lunga quasi 50 anni
Il depuratore attualmente esistente per il lago di Garda risale agli anni ’70 e ha un unico punto di raccolta finale a Peschiera del Garda. L’impianto però, con il passare del tempo, è arrivato a non essere più in grado di rispondere alle esigenze della popolazione e delle aziende che risiedono nel territorio circostante. L’impianto è in grado di servire una popolazione di 330mila persone a fronte della reale popolazione residente in zona che si aggira sul mezzo milione di persone.
Lo studio per un nuovo depuratore è in corso da anni, con un susseguirsi di progetti. Il progetto risalente al 2016, approvato dalle autorità di Brescia aveva ricevuto l’anno successivo, nel 2017, lo stanziamento di 100 milioni di euro da parte del Governo a fronte di una spesa prevista per la realizzazione di circa 230 milioni di euro.
Un articolo de Il Giornale di Brescia aveva affrontato da poco la questione depuratore del lago di Garda, facendo il punto della situazione.
Nel 2017, una indagine di Legambiente ed ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) aveva rilevato una concentrazione 10mila particelle di plastica per chilometro quadrato contenute nelle acque del lago di Garda. Non benissimo, ma meglio di altri siti italiani come il lago di Como. In quella occasione aveva fatto registrare una densità media di 157mila frammenti per chilometro quadrato.