Nei giorni della COP25 si è tenuta a Milano una tavola rotonda per sensibilizzare il pubblico su tematiche di assoluta attualità quali l’acqua, la plastica e l’emergenza climatica. Promotore del talk BWT (Best Water Technology) che, insieme a Mariasole Bianco, biologa marina e divulgatrice ambientale appena proclamata Donna Ambiente 2019, ha aperto un dialogo su come la sostenibilità degli oceani sia strettamente legata a quella degli ambienti domestici.
L’acqua è il principio di tutto. Mariasole Bianco definisce la Terra come “Pianeta Oceano”: l’oceano fornisce circa il 50% dell’ossigeno presente sulla terra e assorbe un terzo dell’anidride carbonica da noi prodotta. Si pensi che dai tempi della rivoluzione industriale ad oggi gli oceani hanno assorbito fino al 93% del calore trattenuto in atmosfera dai gas serra e senza di questo “servizio” la temperatura del nostro pianeta sarebbe di 36 gradi superiore. Tra i temi al centro della COP 25, finalmente, c’è proprio il mare e la sua salvaguardia, si è parlato infatti di Blue COP; è ormai chiaro che i cambiamenti climatici hanno effetti devastanti su questa fondamentale risorsa e sul suo delicato ecosistema, vanno quindi presi al più presto provvedimenti per salvaguardalo.
Oggi non possiamo parlare del mare senza parlare della plastica e senza menzionare i gravi danni che la presenza di questo materiale nelle acque del nostro pianeta sta causando. Come molti già sanno, ogni anno in mare finiscono in media 8 milioni di tonnellate di plastica, come se ogni minuto un camion pieno di spazzatura riversasse il proprio contenuto in acqua per 365 giorni consecutivi.
“Il problema non è la plastica in sé ma l’uso irresponsabile che ne facciamo, cioè un utilizzo ‘monouso’” ci dice Mariasole Bianco che sostiene anche che la tutela e la valorizzazione dell’ambiente potrebbero essere un “volano dello sviluppo economico e sociale”: la nostra esistenza dipende dagli oceani e il futuro degli oceani dipende da noi.
Molti gli aspetti e le informazioni emerse su cui fare una riflessione e cercare di agire, in modo concreto, per far sì che l’emergenza “clima-acqua-pianeta” si incanali nella direzione giusta.
Legato al sempre più attuale tema del plastic free, c’è da sapere che l’Italia, ad esempio, è prima in Europa per consumo di acqua in bottiglia (11 miliardi di bottiglie di plastica). Verrebbe da pensare che l’acqua dei nostri rubinetti sia cattiva e poco sicura, e invece così non è: il 90% della popolazione è coperta da acqua di rete potabile e per legge è soggetta a controlli molto più severi di quella confezionata.
BWT propone sistemi di trattamento acqua che permettono proprio di evitare le bottiglie di plastica direttamente nelle proprie abitazioni. Si pensi che con un solo filtro è possibile evitare il consumo di 3.000 bottiglie di plastica da 1 litro. L’uso della borraccia è una delle conseguenze e delle dimostrazioni di quanto la gente si stia sempre più sensibilizzando al tema dell’acqua.
“Le nostre tecnologie permettono di proteggere sempre di più l’ambiente e di questo siamo orgogliosi” – dice Tadini, e continua “quello che vorremmo e che abbiamo proposto è di agevolare chi ha comportamenti virtuosi, permettendo a chi investe in queste tecnologie di accedere a dei bonus.”
Anche BWT sottolinea la difficoltà di trovare un rimedio allo smaltimento di questo materiale e che sta provando a risolverlo anche con le casette dell’acqua; ne sono già state realizzate quasi 600 in tutta Italia e ormai un comune su tre ha scelto di installarne una: una casetta dell’acqua garantisce 60.000 kg di plastica in meno.
La vera domanda è quindi: “Perché continuiamo a comprarla? Spesso la gente non si avvicina all’acqua dell’acquedotto per questione di gusto: perché non ha un buono odore, perché si pensa possa essere pesante” dice Tadini – e continua – “uno degli obiettivi di BWT è prendere questa acqua e renderla più affine alle esigenze del consumatore, valorizzarla e vincere la resistenza del consumatore.
Pian piano negli ultimi anni, alcuni dati confermano che il trend, finalmente, sta iniziando a cambiare. Ad esempio, nel 2014 la gente che aveva bevuto nell’anno almeno una volta l’acqua di rubinetto era solo il 40% mentre ora è il 73% e tra chi beve sempre e solo acqua di acquedotto, il 22% usa un sistema di filtraggio (a inizio anni 2000 era intorno al 10).
Lorenzo Tadini di BWT e Mariasole Bianco sono quindi entrambi convinti che se si facesse un uso consapevole della plastica i benefici sarebbero immediati. Dal micro al macro, iniziando a coinvolgere e sensibilizzare le nuove generazioni già scosse, come tutti noi, dal “fenomeno Greta” che finalmente sta ponendo al centro di dibattiti mondiali temi per anni sottovalutati.