Mediante l’utilizzo di un approccio innovativo, Smart Round Table, coordinata da Silvia Paparella, General Manager di RemTech Expo, abbiamo incontrato alcuni degli esperti che saranno presenti ai tavoli di RemTech Expo e abbiamo cercato di meglio comprendere le criticità collegate al mercato della mitigazione del rischio idrogeologico e della difesa delle coste, nonché gli strumenti disponibili, le filiere coinvolte, le opportunità provenienti dall’applicazione delle tecnologie innovative.
Ne abbiamo parlato con Dario Tricoli, Amministratore di Ruwa, società di consulenza e formazione operante nel settore ambientale ed in particolare nei segmenti del miglioramento della qualità dell’acqua, utilizzo della risorsa idrica, mitigazione del rischio idrogeologico, energie rinnovabili.
“Per quanto riguarda le potenzialità e l’utilizzo dei software liberi o Open Source per il trattamento dei dati territoriali e l’implementazione di modelli idraulici, finalizzati ad una maggiore comprensione dei fenomeni connessi al rischio idrogeologico, la conoscenza è in generale ancora limitata sia presso gli operatori pubblici sia quelli privati. È pertanto opportuno per prima cosa immaginare di ampliare e di potenziare l’offerta formativa presso gli stessi, incentrata sull’uso dei software di modellistica idraulica e idrologica, sviluppati e resi disponibili gratuitamente da HEC, e dei software GIS Open Source per facilitarne la diffusione presso tutti i tecnici del settore”.
Apre il dibattito con queste parole il Dott. Tricoli che continua aggiungendo “Non sempre i dati territoriali aggiornati e i dati idro-meteorologici validi in tempo reale sono acquisibili in maniera veloce e gratuita. Per tale ragione, ritengo focale un maggiore impegno da parte della PPAA per la produzione e soprattutto la condivisione libera di cartografie digitali aggiornate e una gestione più efficace delle reti idro-meteorologiche. Mi riferisco in particolare al rilevamento dei dati di pioggia e al costante aggiornamento delle scale di deflusso delle stazioni idrometriche”.
Focalizzando sul tema delle tecnologie innovative, c’è da dire che alcune di queste hanno evidentemente cambiato il sistema di operare. La tecnica lidar ad esempio ha radicalmente rivoluzionato il rilievo topografico tradizionale, favorendo la possibilità di ricostruire modelli digitali del terreno anche di grande dettaglio a costi molto contenuti. Le tecniche di telerilevamento da satellite o radar inoltre permettono oggi di avere informazioni dettagliate su molteplici elementi quali ad esempio, l’utilizzo del suolo, l’umidità locale, lo spostamento dei corpi in frana, le variazioni di quota nelle zone soggette a subsidenza, le condizioni nelle aree temporaneamente allagate e l’evoluzione nel tempo della precipitazione.
Occorre, aggiunge in sintesi Tricoli, “sviluppare una maggiore consapevolezza relativamente alle problematiche connesse al rischio idrogeologico. Esse non possono essere risolte solo con interventi di messa in sicurezza ma è necessario affiancare ad essi lo sviluppo e l’applicazione di interventi non strutturali quali, la dettagliata conoscenza degli scenari di rischio idrogeologico e loro evoluzione, l’uso delle risorse territoriali e ambientali compatibile con il rischio idrogeologico, l’utilizzo di piattaforme di previsione del rischio idrogeologico e la pianificazione di campagne di sensibilizzazione delle comunità per aumentarne la consapevolezza delle condizioni di rischio e quindi la resilienza del territorio. Il nostro programma di formazione in modellistica idraulica, incentrato sull’utilizzo dei software HEC-HMS e HEC-RAS, largamente utilizzati in Italia per la modellazione idrologica dei bacini idrografici e la modellazione idraulica dei corsi d’acqua, è rivolto ai tecnici del settore in maniera tale metterli nelle condizioni di affrontare al meglio tutte le problematiche legate al rischio idraulico, sia per la progettazione di interventi strutturali sia l’implementazione di sistemi di previsione e monitoraggio del rischio idrogeologico“.
Restando in tema di acqua e di approccio modellistico, ci spostiamo, assieme ad Andrea Pedroncini di DHI Italia, dall’entroterra verso la fascia costiera. Qui infatti, nonostante il concetto di Gestione Integrata della Zona Costiera (GIZC) abbia recentemente festeggiato i venticinque anni dalla sua nascita, in molti contesti costieri italiani, le soluzioni volte a contrastare l’erosione del litorale si configurano ancora come misure locali che non tengono conto degli effetti alle differenti scale spazio-temporali coinvolte. L’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, che ha istituito il Tavolo Nazionale Erosione Costiera (TNEC), costituisce tuttavia un importante passo nella giusta direzione ma linee guida e best practices dovranno essere opportunamente divulgate e promosse a livello regionale e locale.
“Vi è un’evidente gap” sostiene Pedroncini “tra la rilevanza economica che la fruizione delle spiagge ha per il comparto turistico (e non solo) e gli investimenti destinati alla conservazione del bene ‘spiaggia’ contro i fenomeni erosivi, siano questi ultimi naturali o indotti da interventi antropici. Le Regioni, primi attori coinvolti nella pianificazione e gestione degli interventi sul litorale, soffrono purtroppo da un lato di cronica mancanza di risorse economiche e dall’altro dell’assenza o talvolta frammentarietà di strumenti di gestione efficienti che permettano di garantire nel tempo il mantenimento del bilancio sedimentario costiero. Le nuove indicazioni contenute nelle linee guida TNEC, volte a favorire l’uso della risorsa sedimento nel contrasto all’erosione (ripascimenti liberi o protetti e minore ricorso alle opere rigide), unitamente alle nuove opportunità di impiego del sedimento dragato (ad esempio dai fondali portuali) garantite dal D.M. 173/2016, costituiscono, a tale riguardo, importanti passi nella direzione auspicata“.
Dal punto di vista tecnologico, le innovazioni più rilevanti che hanno riguardato questo settore negli ultimi dieci anni hanno riguardato soprattutto gli strumenti modellistici a supporto della pianificazione e della verifica dell’efficacia delle stesse. L’incremento della capacità di calcolo e lo sviluppo di modelli numerici via via più sofisticati permette infatti oggi di prevedere gli effetti che una soluzione di difesa dall’erosione può determinare alla scala dell’Unità Fisiografica, sia nel breve termine (scala delle mareggiate) sia nel lungo termine (anni), anche in contesti complessi con presenza di numerose strutture già esistenti (pennelli, scogliere emerse o sommerse, etc.).
“L’esperienza nel settore del Gruppo DHI” conclude Pedroncini “che opera da cinquant’anni nel settore della modellistica numerica applicata al mondo delle acque, ha favorito importanti collaborazioni con Autorità ed Enti Pubblici in diversi paesi tra cui l’Italia come avvenuto ad esempio per la recente pubblicazione ISPRA (2017), La modellistica matematica nella valutazione degli aspetti fisici legati alla movimentazione dei sedimenti in aree marino-costiere”.
Sono evidentemente molteplici gli aspetti che rimangono ancora da approfondire per quanto gli aspetti modellistici connessi alla mitigazione del rischio idrogeologico e alla gestione delle coste.
Ciascuno di questi sarà certamente ripreso e ampiamente sviluppato proprio in occasione delle conferenze nazionali e internazionali in agenda a RemTech Expo 2018, a Ferrara a Settembre, di cui è già disponibile online, sul sito web della manifestazione www.remtechexpo.com, il programma preliminare.
Hanno partecipato:
Dario Tricoli, Amministratore Delegato di RUWA srl
Andrea Pedroncini, Responsabile settore marino, DHI Group